DJI Osmo Action 6: diaframma variabile e sensore quadrato per spingere oltre le action cam
Con la DJI Osmo Action 5 Pro pensavo fossimo arrivati al punto in cui, sì, ogni anno esce qualcosa di nuovo, ma il salto vero l’avevamo già fatto. Ho usato la 5 Pro per un anno intero tra viaggi, vlog, B-Roll, mare, pioggia, caldo, freddo. L’ho strapazzata e mi ha sempre stupito: qualità assurda per una action cam, stabilizzazione che sembra magia, audio che spesso mi ha fatto lasciare a casa microfoni esterni.
Quando ho letto che sulla Osmo Action 6 avrebbero messo un sensore più grande e un diaframma variabile da f/2.0 a f/4.0, ho pensato: “Ok DJI, adesso stai iniziando a giocare nel campo delle fotocamere vere”. Non stiamo parlando solo di un numerino in più sulla scheda tecnica, ma di qualcosa che cambia proprio il modo di usare una action cam:
– più controllo sulla luce,
– più margine la sera,
– più possibilità di giocare con la profondità di campo (nei limiti di un sensore piccolo),
– meno dipendenza da filtri ND in pieno sole.
In questo articolo ti racconto la Osmo Action 6 non solo come “lista di specifiche”, ma dal punto di vista di chi una action cam la usa davvero tutti i giorni per viaggiare, raccontare storie, fare POV e vlogare anche quando sarebbe più comodo non tirare fuori niente dalla tasca.
Perché ti sto parlando di questa action cam
Se è la prima volta che finisci sul mio blog: io sono Walter Stolfi, vivo con la fotocamera al collo (o in tasca) e passo metà dell’anno con lo zaino in giro per il mondo [ scopri di più su più me ]. Mi muovo tra street photography e travel storytelling: non mi interessa solo “documentare”, ma catturare quei momenti che ti fanno davvero sentire in strada, in un mercato, su un treno notturno in Asia, camminando senza meta per le città.
Negli ultimi anni ho capito una cosa semplice: più l’attrezzatura è complessa, meno la usi. Ecco perché le action cam sono diventate fondamentali nel mio kit.
La Osmo Action 5 Pro è stata per me un punto di svolta: finalmente una action cam che non sembrava “un compromesso”, ma uno strumento vero anche per chi fa contenuti seri. Per questo guardo la Osmo Action 6 con un occhio molto critico: non mi interessa l’“effetto wow” da scheda tecnica, mi interessa capire se mi fa tornare a casa con riprese migliori, meno problemi in montaggio e più libertà creativa quando sono lontano da casa.
Spoiler: il diaframma variabile e il nuovo sensore quadrato vanno proprio in questa direzione.
Risorse utili per crescere (e sfruttarla al massimo)
Se poi vuoi fare un passo oltre “mettere la camera in rec” e iniziare a raccontare i tuoi viaggi in modo più consapevole, sul sito trovi anche i miei corsi di fotografia, street e travel, le guide e i preset che uso davvero nei miei progetti.
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DJI Osmo Action 6 in breve: cosa porta davvero di nuovo
Ti faccio prima un quadro mentale, così capisci dove si posiziona questa Action 6 rispetto alla 5 Pro.
Rispetto alla Osmo Action 5 Pro, la nuova Osmo Action 6 porta principalmente:
Sensore più grande: si passa da un 1/1.3" a un 1/1.1" quadrato, con pixel “fusion” da 2,4 μm e fino a 13,5 stop di gamma dinamica.
Diaframma variabile f/2.0 – f/4.0: la 5 Pro aveva un fisso a f/2.8; ora puoi aprire di più per la sera o chiudere per avere più profondità di campo e controllare meglio la luce.
Formato del sensore quadrato + modalità 4K Custom: registri usando tutta l’area e poi decidi in post se esportare orizzontale 16:9, verticale 9:16 o quadrato.
Slow motion spinto: fino a 4K/120fps in 4:3 e Super Slow Motion fino a 32x a 1080p tramite interpolazione.
Stessa filosofia su batteria e robustezza, ma con qualche ottimizzazione: fino a 4 ore di registrazione in condizioni ideali, impermeabile fino a 20 m senza custodia (60 con case), funzionamento garantito fino a -20 °C.
50 GB di memoria interna (contro i 47 GB della 5 Pro): non cambia la vita, ma ti salva se dimentichi la microSD.
Ecosistema audio OsmoAudio migliorato: connessione diretta fino a due trasmettitori DJI Mic, più gestione intelligente del rumore del vento con i tre microfoni integrati.
La cosa importante è questa: DJI non ha stravolto la 5 Pro, l’ha “raffinata” in senso creativo, dandoti strumenti in più per controllare luce, formato e look dell’immagine senza complicarti la vita.
Sensore 1/1.1" quadrato: più margine in luce complessa e nei video social
La Osmo Action 6 monta un nuovo sensore CMOS da 1/1.1" in formato quadrato, più grande rispetto al 1/1.3" 4:3 della Action 5 Pro. La differenza non è solo “numerica”: avere più superficie significa:
più luce raccolta a parità di apertura;
migliore resa nelle ombre;
meno rumore quando alzi gli ISO;
più flessibilità su stabilizzazione elettronica e crop in post.
DJI dichiara fino a 13,5 stop di gamma dinamica con i suoi pixel da 2,4 μm e il profilo colore D-Log M a 10 bit. Tradotto: le scene ad alto contrasto (cielo bruciato + ombre profonde) vengono gestite molto meglio, hai più margine per color grading e puoi spingere un po’ di più sulla “look cinematico” anche con un file di una action cam.
Per chi, come noi, crea contenuti per più piattaforme, il sensore quadrato è una bomba: grazie alla modalità 4K Custom, registri usando tutta l’area utile e poi in montaggio decidi se:
esportare 16:9 per YouTube,
ritagliare in 9:16 per Reels, Shorts e TikTok,
mantenere un 1:1 per alcuni formati social.
Non devi più ruotare la camera, fare mount verticali strani o decidere “prima” se quel contenuto sarà orizzontale o verticale. Riprendi, vivi la scena, e ci pensi dopo.
Diaframma variabile f/2–f/4: perché è la vera rivoluzione della Osmo Action 6
Qui DJI ha fatto il salto che nessuno si aspettava su una action cam: diaframma variabile da f/2.0 a f/4.0. Fino a ieri, incluso sulla 5 Pro, le action cam erano tutte a diaframma fisso (f/2.8), e l’unico modo per gestire la luce era giocare con ISO, shutter e filtri ND.
Con la Osmo Action 6 succedono tre cose interessanti:
1.Più luce quando serve
In situazioni notturne o al tramonto puoi aprire a f/2.0 e far entrare molta più luce rispetto al vecchio f/2.8. Questo significa:
meno ISO a parità di esposizione,
meno rumore,
file più puliti da lavorare.
2. Più controllo in pieno sole
In pieno giorno, soprattutto se vuoi mantenere tempi “cinematici” tipo 1/50 o 1/60 di secondo, spesso eri costretto a usare i filtri ND. Con f/4.0 hai uno stop e mezzo circa in meno rispetto a f/2,8, e in molte situazioni riesci a rientrare nel range senza tirare fuori accessori.
In più c’è la modalità Starburst, che chiudendo il diaframma trasforma le luci puntiformi (lampioni, insegne) in piccoli “flare a stella”. Una chicca estetica per chi ama le riprese notturne in città.
3. Profondità di campo (con intelligenza)
Non aspettarti il bokeh di una full frame, siamo sempre su un sensore molto piccolo. Ma combinando:
f/2.0,
il sensore più grande,
e magari la lente macro opzionale,
puoi ottenere primi piani di oggetti, cibo, mani, dettagli che iniziano davvero a staccarsi dallo sfondo in modo più credibile rispetto al passato. Per il food vlog, per i dettagli di viaggio, per raccontare texture e piccoli momenti, è una differenza che si nota.
Per me il vero valore è questo: iniziare a ragionare in termini di diaframma su una action cam.
Chiudo a f/4 quando sono in bici a mezzogiorno in montagna, apro a f/2 quando sto camminando in un vicolo illuminato solo da insegne al neon. È un cambio di mentalità che avvicina l’action cam alla fotocamera “seria”.
Video, 4K/120fps e 4K Custom: una sola camera per tutte le piattaforme
Sul fronte video, la Osmo Action 6 porta avanti quanto di buono c’era sulla 5 Pro, spingendo ancora di più:
fino a 4K/120fps in 4:3, sfruttando il sensore quadrato;
Super Slow Motion fino a 32x a 1080p, ottenuto interpolando i frame registrati a 240fps per arrivare a un equivalente 960fps in playback;
modalità SuperNight migliorata con il nuovo sensore: puoi spingerti fino a 4K/60fps anche in condizioni di luce molto bassa.
La modalità 4K Custom è quella che, da creator, ti cambia proprio il flusso di lavoro:
registri una scena usando tutta l’area del sensore;
in post scegli il ritaglio che ti serve (16:9, 9:16, 1:1);
mantieni sempre il soggetto al centro grazie al margine extra dato dal sensore quadrato.
Questo significa che, se stai girando un vlog di viaggio, puoi:
montare un video lungo e orizzontale per YouTube;
dallo stesso girato estrarre spezzoni verticali per Reels e Shorts;
fare clip quadrate per un carosello su Instagram.
Una sola ripresa, tre contenuti diversi, senza girare mille volte la stessa scena. Per chi vive di contenuti è un vantaggio enorme, non tanto tecnico quanto di tempo e di energia mentale.
Stabilizzazione: RockSteady, HorizonSteady e riprese “da guerra”
DJI ha tenuto – e raffinato – tutte le modalità di stabilizzazione che già funzionavano alla grande sulla 5 Pro:
RockSteady 3.0 / 3.0+ per eliminare micro-vibrazioni e movimenti bruschi;
HorizonBalancing e HorizonSteady per tenere l’orizzonte dritto anche con inclinazioni importanti e rotazioni fino a 360°.
Nella pratica cosa significa?
se cammini tenendo la Osmo Action 6 in mano, il risultato è molto vicino a quello di un gimbal;
se la monti su un manubrio o su un casco, puoi dimenticarti degli scossoni: l’orizzonte resta fermo mentre tutto intorno si muove;
se fai sport un po’ più “cattivi” (downhill, skate, moto) la combinazione tra sensore grande, stabilizzazione e 4K/120 ti permette di rallentare la scena senza farla sembrare un pastone digitale.
Per le riprese POV in viaggio – tipo attraversare un mercato, salire su un tuk-tuk, camminare in una città che non conosci – questa stabilizzazione ti permette di vivere la scena senza stare a pensare troppo a come tieni la camera. Ed è esattamente quello che voglio da una action cam.
Audio e OsmoAudio: vlog pronti all’uso anche senza setup complicati
Uno dei punti forti della 5 Pro era il comparto audio. Con la Osmo Action 6 DJI ha spinto ancora di più sulla linea di non costringerti a montare mille cose addosso per avere un audio decente:
tre microfoni integrati con algoritmo basato su AI per ridurre il rumore del vento;
connessione diretta via Bluetooth fino a due trasmettitori DJI (Mic 2, Mic 3, Mic Mini) senza bisogno di ricevitore;
possibilità di registrare contemporaneamente due sorgenti: per esempio voce + rumore motore, oppure due persone che parlano.
Per i vlog e per chi racconta storie in viaggio questo è oro:
puoi tenere un Mic 2 sulla maglietta e l’altro vicino ad un musicista di strada,
puoi registrare la tua voce e allo stesso tempo l’ambiente senza microfoni ambientali separati,
puoi viaggiare più leggero, sapendo che il “pacchetto base” è già super utilizzabile.
Se fai contenuti “run and gun”, dove accendi, registri, spegni, cambi posto, riaccendi… avere audio buono senza troppi pensieri è la differenza tra pubblicare tanto e rimandare all’infinito.
Autonomia, resistenza e memoria interna: pensata per chi vive fuori casa
DJI dichiara per la Osmo Action 6:
fino a 4 ore di registrazione in condizioni ideali (1080p/24fps, RockSteady attivo, schermi quasi sempre spenti);
ricarica rapida all’80% in circa 22 minuti;
50 GB di memoria interna come paracadute se la microSD si riempie o te la dimentichi;
impermeabilità fino a 20 m senza custodia e fino a 60 m con case dedicato;
corpo operativo fino a -20 °C.
Nella realtà, se registri in 4K e usi le funzioni “pesanti”, non farai 4 ore reali, ma quello che conta è:
con una batteria ci fai tranquillamente una mezza giornata di riprese “normali”;
con il kit Adventure e il case di ricarica ti copri praticamente un’intera giornata intensa di viaggio.
La resistenza è quella che mi aspetto da una action cam moderna: la butti nello zaino, la porti in mare, la usi sulla neve. L’importante è chiudere bene sportellini e copri-lente… il resto fa tutto lei.
DJI Osmo Action 6 vs Osmo Action 5 Pro: vale la pena fare l’upgrade?
Questa è la domanda che interessa davvero chi ha già investito nella 5 Pro.
Se hai già la DJI Osmo Action 5 Pro
La 5 Pro resta una signora action cam:
sensore 1/1.3", 40MP, 4K/120fps, f/2.8;
stabilizzazione al top;
ottima resa generale, soprattutto rispetto a molte concorrenti.
Ha senso passare alla 6 se:
fai un sacco di contenuti notturni (città, concerti, viaggi in Asia, mercati serali);
pubblichi in modo serio sia su YouTube orizzontale che in verticale (la 4K Custom ti cambia il gioco);
vuoi iniziare a lavorare in D-Log M con più margine reale per il color grading;
ti intriga l’idea del diaframma variabile per controllare luce e look senza dover usare sempre ND.
Se invece usi la 5 Pro principalmente di giorno, per sport o mare, non fai montaggi complessi e non vivi il tema “multi-piattaforma” come una priorità, puoi serenamente continuare con lei, magari approfittando dei prezzi più bassi che si trovano ormai online.
Se stai comprando la tua prima action cam “seria”
Se vieni da modelli vecchi, da action cam economiche o dal telefono, la Osmo Action 6 è una scelta molto “future proof”:
sensore grande per la categoria,
4K/120,
diaframma variabile,
4K Custom per gestire tutti i social,
audio integrato + OsmoAudio per non impazzire con setup enormi.
È un corpo che ti durerà anni, e che ti permette di crescere come creator senza cambiare subito camera al primo salto di qualità.
Quale pack scegliere: Standard Combo o Adventure Combo?
DJI propone la Osmo Action 6 in due configurazioni principali:
Osmo Action 6 Combo Standard – 379 €
La versione “base” ma completissima per iniziare:
Osmo Action 6;
una batteria Extreme Plus da 1950 mAh;
supporto adattatore a sgancio rapido a doppia direzione;
base adesiva curva;
vite di bloccaggio;
cavo USB-C PD;
tappetino antiscivolo.
È perfetta se:
vuoi una sola camera da usare in viaggio e in città;
non fai sessioni lunghissime nella stessa giornata;
sei disposto a comprare eventualmente una batteria in più in futuro.
Osmo Action 6 Combo Potenziato – 479 €
Il kit pensato per chi ci lavora o registra tanto nello stesso giorno:
tutto il contenuto della Standard Combo;
due batterie aggiuntive (in totale tre);
un secondo adattatore a sgancio rapido;
una vite di bloccaggio extra;
custodia multifunzione per ricaricare e trasportare le batterie;
manico telescopico da 1,5 m.
È il kit che consiglierei:
a chi viaggia spesso in moto, bici, trekking;
a chi registra vlog lunghi o intere giornate;
a chi vuole avere tutto pronto in un’unica soluzione senza pensarci più.
Personalmente, se so che sarà una camera che userò tanto in viaggio, andrei diretto sulla Combo Potenziato: la differenza di prezzo, sul lungo periodo, viene ampiamente ripagata da batteria e praticità extra.
FAQ su DJI Osmo Action 6
La Osmo Action 6 è davvero migliore della 5 Pro in low light?
Sì, sulla carta e nella pratica: il sensore 1/1.1" più grande, combinato con l’apertura massima f/2.0 e la nuova modalità SuperNight, offre file più puliti, con meno rumore e più dettaglio nelle ombre rispetto alla 5 Pro. Non diventa una full frame, ma per una action cam è un netto passo avanti.
Ha senso usarla come unica camera per un vlog di viaggio?
Dipende dallo stile. Se il tuo contenuto è molto “cinematico” con cambi di ottica, sfocati importanti e foto ad alta risoluzione, io la userei in combo con una mirrorless o una compatta. Ma se il tuo obiettivo è fare vlog dinamici, POV, riprese in movimento, bike, moto, mare… sì, puoi tranquillamente costruire un intero vlog solo con la Osmo Action 6, soprattutto sfruttando l’audio integrato e i DJI Mic.
La 4K Custom è solo marketing o serve davvero?
Serve eccome, soprattutto se pubblichi su YouTube, Instagram e TikTok con una certa costanza. Registri una volta sola, lavori il file in D-Log M se vuoi e poi ritagli esattamente come ti serve per ogni piattaforma. Meno doppioni, meno errori di inquadratura, più libertà in montaggio.
La stabilizzazione è sufficiente per sport “seri”, tipo downhill o enduro?
Sì, le modalità RockSteady 3.0/3.0+ e HorizonSteady sono pensate proprio per questo. La differenza vera la fa dove monti la camera e come gestisci l’inquadratura, ma a livello di stabilizzazione pura, sei tranquillamente al top del settore.
Che microSD serve per sfruttare al massimo la Osmo Action 6?
Supporta microSD fino a 1 TB, ma il consiglio pratico è:
– prendi una scheda V30 o superiore,
– di brand affidabili (SanDisk Extreme Pro, Lexar Professional, Kingston Canvas ecc.),
– con capacità tra 128 e 256 GB se fai tanto 4K/120fps.
In ogni caso, hai sempre i 50 GB interni come backup.
La Osmo Action 6 si surriscalda?
Come tutte le action cam, se registri in 4K ad alti frame rate in ambienti molto caldi, dopo un po’ la protezione termica può intervenire. Ma con il nuovo sensore e la gestione termica aggiornata, DJI punta a mantenere registrazioni lunghe soprattutto ai frame rate “normali” (24/25/30fps) senza problemi. Qui conta molto l’uso reale: all’aria aperta, in movimento, difficilmente arrivi al limite.
Conclusioni: a chi consiglio la DJI Osmo Action 6
La DJI Osmo Action 6 non è solo “la nuova action cam dell’anno”. È una camera che spinge il formato un passo più vicino alle fotocamere tradizionali:
sensore più grande,
diaframma variabile,
modalità 4K Custom per il mondo multipiattaforma,
slow motion serio,
audio integrato e wireless che ti permette di viaggiare leggero.
La consiglierei a:
chi sta comprando la sua prima action cam seria e vuole qualcosa che non si “esaurisce” dopo un anno;
chi crea contenuti su più piattaforme e vuole un flusso di lavoro più intelligente;
chi gira spesso di sera o in città con luci complesse;
chi fa sport e viaggi dove non puoi permetterti di preoccuparti troppo dell’attrezzatura.
Se hai già la Osmo Action 5 Pro, la domanda è: quanto valore dai a diaframma variabile, sensore più grande e 4K Custom?
Se queste tre cose ti parlano, l’upgrade ha senso. Se no, puoi serenamente continuare con la 5 Pro finché non sentirai davvero il bisogno di qualcosa in più.
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