Vivo X300 Pro: la recensione vera di un camera-phone da viaggio

Ogni anno esce il nuovo top e si ricomincia: schede tecniche, grafici, promesse. Io ormai guardo a una cosa sola: quanto mi aiuta a raccontare una storia quando sono in strada. Il Vivo X300 Pro è uno di quei telefoni che non ti fa chiedere “quanto è potente”, ma “quanto posso spingermi oltre” — soprattutto grazie al tele da 200MP e al kit fotografico con impugnatura e tele extender. È il primo smartphone che, montato in due gesti, cambia davvero il tuo modo di comporre a distanza, come faresti con un 200mm “vero”. E la cosa sorprendente è che tutto il sistema (app, tasti fisici, stabilizzazione) è pensato per non interrompere il flusso: inquadri, blocchi, scatti.

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Chi sono e perché ascoltarmi

Sono Walter Stolfi, un fotografo di viaggio/street e content creator [ scopri di più su di me ]. Vivo di immagini, di ritmo, di scene prese al volo tra città, mercati, culture diverse. Quando provo un telefono non inseguo i numeri: cerco coerenza cromatica tra le lenti, un HDR che non “imbianca” i mezzitoni, un tele che mi permetta di stare lontano senza perdere presenza, tasti rapidi che riducano i gesti. Vivo X300 Pro entra in questa categoria: non il “migliore in assoluto” su tutto, ma uno strumento che in mano a chi racconta funziona davvero.

 

Corsi di fotografia (se vuoi fare sul serio, anche con lo smartphone)

Se questo X300 Pro ti ha acceso la voglia di uscire a fotografare, fai un salto di qualità:

  • Corso Base: luce, composizione, esposizione e un flusso semplice per scatti puliti anche col telefono.

  • Corso Street: alleni occhio e tempi; impari a leggere la scena e usare il medio-tele per comprimere le storie.

Ti porto dal “fare foto” al “fare fotografie”.

 

Specifiche chiave in 10 righe:

  • Tele ZEISS APO 200MP a 85mm eq (HPB 1/1.4”), extender 2,35x fino a 200mm eq.

  • Principale 50MP Sony LYT-828 f/1.57; ultra-wide 50MP.

  • OriginOS 6 con Office Kit: mirroring, drag&drop, copy/paste con Mac/PC.

  • Dimensity 9500 (3nm) con focus su NPU/GPU.

  • LTPO 6,78" 120 Hz, luminosità di picco molto elevata.

  • Video: fino a 8K/30; 4K/60–120, LOG e Dolby Vision.

  • Batteria EU 5.440 mAh (CN 6.510 mAh), 90W cablata, 40W wireless.

  • IP68/IP69, sensore impronta ultrasonico.

 

Novità che contano davvero: Display, prestazioni e software

La prima cosa che noti non è l’estetica (circle-island già vista), ma come scatta: la principale usa il Sony LYT-828 (50MP, f/1.57) e la tele è un 200MP su sensore Samsung HPB da 1/1.4" a 85mm eq., stabilizzata. Sull’ultra-wide c’è un 50MP JN1. La scelta di Vivo non è “sparare HDR ovunque”: preferisce ombre naturali, contrasto più credibile e una firma colore riconoscibile. È un bilanciamento che restituisce foto meno “filtrate” e più fotografiche, specie in street e notturna.

Il display è un 6,78" LTPO 120 Hz con picchi di luminosità molto alti e lettura comoda anche a mezzogiorno; outdoor resta leggibile e la gestione del colore è matura.

Il software è la novità più sottovalutata: OriginOS 6 arriva finalmente anche da noi (addio Funtouch), con interfaccia più pulita, gesture chiare e integrazione file seria con Mac/PC (mirroring, drag&drop, copia/incolla). Se lavori in ecosistema misto, è una svolta pratica.

Sul fronte aggiornamenti, Vivo comunica 5 anni di upgrade del sistema e 7 anni di patch di sicurezza: bene per chi non cambia telefono ogni due stagioni.

 

Perché ha senso per chi fotografa (tele 200MP, coerenza colore, HDR naturale)

Quello che mi ha convinto è la coerenza tra le tre lenti: stessa impronta cromatica, HDR non invasivo, pelle credibile. La tele da 200MP è il cuore del racconto urbano: ritratti “puliti” a medio-tele, dettagli architettonici con compressione giusta, macro a distanza ravvicinata quando serve isolare texture. In pratica, smitti di avvicinarti a tutto: inizi a costruire le foto da lontano, e le storie migliorano.

Sul video: puoi spingere fino a 8K/30 o restare sul 4K/60–120 con stabilizzazione molto solida; ci sono profili LOG e Dolby Vision per chi colora in post. Non è “cinema tascabile”, ma è quel livello che ti fa lasciare più spesso la camera in borsa senza rimpianti.

Limiti reali? Niente RAW a piena risoluzione: in Pro avrai RAW binning (12,5MP) o JPEG ad alta risoluzione. Peccato, perché il file pieno della tele sarebbe stato interessantissimo per stampa. PetaPixel

 

Kit fotografico: impugnatura, extender 2,35x e workflow

Il kit è quel tassello che trasforma il telefono in sistema: cover dedicata, impugnatura con shutter fisico, ghiera esposizione, leva zoom e batteria integrata da 2.300 mAh, più l’APO Tele Extender 2,35x co-progettato con Zeiss. Si aggancia in pochi secondi: clicchi la lente, attivi la modalità dedicata nell’app e sei operativo. Con l’extender passi a 200mm eq. “ottici” e puoi salire (400/800/1600mm) in ibrido con stabilizzazione combinata OIS + software. A mano libera si lavora sorprendentemente spesso; con monopiede diventa… liberatorio.

Quando usarlo: concerti e palchi, dettagli di facciate lontane, wildlife urbana, ritratti rubati con contesto compresso. Consiglio pratico: gomiti stretti, mezzo respiro, tocco morbido, raffiche brevi; oltre ~10–15x inizia a trattarlo come un medio-tele serio, non come “zoom infinito”.

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Esperienza d’uso

Ergonomia: scocca premium, IP68/IP69 (tranquillo anche con acquazzoni), sensore impronta ultrasonico rapido, tasto scorciatoia personalizzabile per entrare subito in Camera o nelle funzioni che usi di più. Sotto c’è il Dimensity 9500, 16/512 standard, e tutto resta fluido anche montando e smontando accessori.

Display piatto, cornici sottili, audio stereo credibile per preview di reel. In viaggio si comporta da “strumento”: poche distrazioni, tanto controllo.

 

Batteria: cosa aspettarsi davvero

Qui il quadro cambia in base al mercato: 6.510 mAh in Cina, 5.440 mAh in Europa. Con uso leggero arrivi a sera; con uso “da me” (foto + clip 4K + navigazione) il consumo si sente. La buona notizia: 90W cablata e 40W wireless rimettono in piedi il telefono in fretta; l’altra soluzione concreta è l’impugnatura-powerbank del kit (altri 2.300 mAh) che, se vivi di scatti, diventa quasi obbligatoria.

 

X300 Pro vs X200 Pro/Ultra (il salto che senti)

Il passaggio vero sta nella tele 200MP HPB con lavorazione RAW più profonda, nel kit portato finalmente fuori dalla Cina e in un OriginOS 6 maturo, anche per integrazioni con Mac/PC. L’ultra-wide resta “onesta” ma non da copertina: la coppia principale + tele è quella che ti fa il lavoro.

 

A chi lo consiglio

  • Viaggiatori e creator che vogliono una tele credibile per raccontare distanza e compressione, con workflow veloce.

  • Street photographers che amano il medio-tele e preferiscono comporre lontano senza farsi notare.

  • Chi lavora tra Android e Mac/PC e vuole passaggi file senza frizioni.

Se arrivi da un flagship 2023/24 e ti servono tele seria + software più fotografico, questo è uno degli upgrade che senti davvero.

 

Prezzo e dove conviene prenderlo

In Europa lo X300 Pro parte da 1.399 € (16/512).

Il Photography Kit è venduto separatamente e, sommando tele extender e impugnatura, incide: valuta la spesa se la tele è davvero nel tuo modo di fotografare (io dico sì, se vivi di distanza).

Vivo ZEISS 2.35x Telephoto Extender

Teleobiettivo di livello professionale Abbinato a un teleobiettivo da 200 mm, consente uno zoom fluido da 200 mm fino a 5400 mm, aprendo nuove prospettive per catturare anche i soggetti più lontani con una nitidezza straordinaria.

Struttura ottica Kepler Ispirato al design ottico Kepler, questo sistema integra 3 gruppi e 13 elementi in vetro ad alta trasmittanza per offrire prestazioni di ingrandimento eccezionali.

 

Domande frequenti (FAQ)

Quanto costa il Vivo X300 Pro in Italia?
Ufficialmente 1.399 € per 16/512; su Amazon compaiono promo attorno a 1.249–1.299 € a ridosso del lancio.

La batteria regge una giornata di foto/video?
Con uso intenso (tele + 4K) può richiedere una ricarica pomeridiana; ricarica rapida 90W e wireless 40W, più la batteria integrata nell’impugnatura del kit.

Il kit fotografico ha senso?
Sì, se usi spesso medio-tele: l’extender 2,35x porta a 200mm eq con UI dedicata e impugnatura con shutter/ghiera.

Ci sono limiti sul RAW?
Sì: niente RAW a piena risoluzione, in Pro trovi RAW “binnati” e JPEG 50/200MP.

Com’è il display all’aperto?
Legibile a mezzogiorno, con regolazioni colore mature e LTPO a 120 Hz.

 

Conclusione

Il Vivo X300 Pro è uno strumento, non un esercizio di stile: tele che cambia le abitudini, colori coerenti, software che velocizza i gesti e un ecosistema di accessori che trasformano il telefono in una piccola piattaforma fotografica. Non è perfetto (batteria globale inferiore, ultra-wide “normale”), ma se il tuo obiettivo è produrre più storie con meno attrito, qui trovi un alleato vero. E, cosa rara oggi, un telefono che invita a uscire a fotografare.

 

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