Recensione OPPO Find X9 Pro: fotocamera 200MP, batteria 7.500 mAh

Ogni anno arriva “il nuovo top”, più potente, più “pro”, più tutto. E ogni volta mi chiedo: ma cosa c’è davvero di nuovo che mi cambia la giornata quando sono in giro a fotografare? Ormai gli smartphone di questa fascia sono tutti ottimi: materiali, display, fotocamere… siamo a livelli altissimi. Appena ho visto OPPO Find X9 Pro, però, il collegamento con iPhone è scattato subito. Stessa pulizia di linee, stessa ambizione “pro”, e quell’idea dei tasti rapidi per fare cose vere — aprire la camera, attivare funzioni al volo. Apple questa strada l’ha tracciata con il 16 Pro, ma a me non ha mai fatto impazzire: comodo, sì, però non mi ha cambiato il modo di scattare. Qui voglio capire se OPPO l’ha resa davvero utile per chi fotografa.

Non parlo di “copia”, parlo di ispirazione evidente. E va bene così se alla fine diventa strumento. Mi interessa zero lo slogan: mi interessa se, quando tiro fuori il telefono dalla tasca, tocco un tasto e scatto senza perdere la scena. Le fotocamere “in collaborazione con Hasselblad” mi incuriosiscono proprio per questo: non tanto il nome sul cofano, ma per scienza del colore, coerenza tra le lenti, pulizia dell’HDR, e soprattutto come rende quel tele nei ritratti da strada, nella compressione delle linee, nei dettagli lontani che raccontano una storia. È lì che per me si misura la differenza.

E poi c’è il solito ritornello: Apple detta la linea, gli altri inseguono. Vero, spesso. Ma a volte chi insegue corre più forte su aspetti pratici. Qui OPPO mette sul piatto tre cose che, sulla carta, parlano la mia lingua: batteria grossa per dimenticare la paura che non regge un intera giornata, tele serio per comporre a distanza senza paura, scorciatoie fisiche che accorciano i gesti.

Io la penso così: non è il “migliore in assoluto”, ma un ottimo potenziale attrezzo da lavoro per chi vive di immagini. Nelle prossime sezioni ti racconto se, sul campo, quella promessa regge davvero.

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Chi sono e perchè ascoltarmi

Sono Walter Stolfi, fotografo di viaggio/street e Content Creator [ scopri di più su di me ]. Quando valuto un telefono non inseguo i numeri: mi interessa come regge “la vita vera”. Se sto facendo una giornata lunga in quartiere, tra mercati, luci miste e pioggia improvvisa, voglio uno strumento affidabile, che non ceda in serata mentre sto girando clip per il vlog, che mi permetta di cambiare lente senza rovinare il flusso. Quando uno smartphone mi semplifica i micro-gesti — aprire la camera con un tasto, fare uno zoom pulito, salvare al volo note/idee, capisco che non è un giocattolo potente: è uno strumento da lavoro. Find X9 Pro rientra in questa categoria: non perché fa tutto meglio degli altri, ma perché ti lascia lavorare senza turbare l’attenzione. E quando lavori con l’attenzione, le foto migliorano.

 

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Novità che contano davvero

La novità più concreta è l’autonomia: quei 7.500 mAh (silicio-carbonio) non sono marketing, sono pace mentale senza preoccupazioni varie. Due giorni pieni con uso misto sono realistici; e quando devi ricaricare velocemente ti affidi a SUPERVOOC 80W via cavo e wireless 50W. Poi c’è la parte “pro-gesti”: Quick Button a destra come pulsante di scatto fisico (tap singolo scatta, doppio apre la fotocamera, pressione lunga per raffica/zoom), e Snap Key a sinistra che puoi mappare per screenshot, memo, torcia o per entrare nel nuovo Mind Space.

Il display è molto forte: 1,5K LTPO con picchi di 3.600 nit in HDR, PWM a 2.160 Hz a bassa luminosità, colori pieni ma credibili; in strada leggi sempre, anche a mezzogiorno. Sotto, il Dimensity 9500 con Trinity Engine: niente isterie, niente cali, niente surriscaldamenti fastidiosi; ti dimentichi dei “limiti” e fai le tue cose. La scocca è più sobria, tripla certificazione IP66/IP68/IP69, frame satinato, retro opaco: si tiene bene tra le mani, un filo pesante sì, ma equilibrato.

Software & AI: pratico, veloce… con parecchie “iPhone-vibes”

Il software qui mi è piaciuto perché accorcia i gesti e non ti fa perdere il flusso quando stai vivendo la scena. Sì, l’ispirazione ad iPhone è evidente: swipe giù a destra per il Centro di controllo, swipe giù a sinistra per le notifiche, animazioni molto familiari. Questo rende l’uso immediato se vieni dall’ecosistema Apple; dall’altra parte, il raggruppamento delle notifiche a volte è una giungla e si fa fatica a gestirle.

Dove, secondo me, fa centro è nei tasti fisici intelligenti: con lo Snap Key entri in Mind Space con due click o catturi uno screenshot con un tap da qualunque schermata. Mind Space è, di fatto, un diario intelligente: ci butti dentro screenshot, link, promemoria, e poi gli fai domande; l’AI indicizza e collega, e tu ritrovi al volo “quel ristorante che avevo salvato l’altra sera” o “quella schermata con l’orario del traghetto”. In più c’è tutta la dotazione AI “utile e non decorativa”: Cerchia & Cerca, Gemini integrato, lettura/traduzione/riassunto delle pagine web quando stai preparando un itinerario o una scaletta. Bonus non banale: condivisione file anche con iPhone e Mac (con app dedicata).
In breve: è un software che “sa di iOS” ma che mi fa lavorare; quando l’obiettivo è tornare a casa con storie, non con impostazioni, va bene così.

 

OPPO Find X9 Pro vs Find X8 Pro

La differenza più visibile è il modulo fotografico: dal classico oblò, si passa all’isola discreta nell’angolo — più pulita e più “pro” nelle linee. Ma il salto vero è nella filosofia della tele: dall’impostazione “doppio periscopio” dell’X8 Pro si passa a un solo tele da 200MP molto più luminoso e croppabile senza paura, che copre bene dal 3x fino a ingrandimenti spinti mantenendo dettaglio utilizzabile per stampa piccola e social. Sale la batteria (da ~5.910 mAh a 7.500 mAh), restano le ricariche 80/50W, migliora la luminosità del pannello e l’impronta ultrasonica sostituisce la classica ottica: sblocco più preciso, anche con dita umide. Nel quotidiano la sensazione è chiara: stessa eleganza, più sostanza.

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Fotografia (la parte che mi interessa di più)

Qui OPPO Find X9 Pro ha lavorato sull’insieme: coerenza cromatica tra le tre lenti, HDR naturale che non ti distrugge i mezzitoni, notturna pulita senza quell’effetto “cerone digitale”. La principale da 50MP (Sony LYT-828) ha una resa onesta: luce, micro-contrasto, pelle credibile; l’ultra-wide 50MP è tra le meglio allineate come colore rispetto alla principale (utile quando alterni in velocità), e la tele da 200MP (Samsung HP5) è la protagonista per storytelling urbano: ritratti a 70 mm puliti, dettagli architettonici senza mosso, macro a fuoco a ~10 cm grazie alla lente flottante — utile per texture, cibo, piccoli oggetti.

La cosa bella è come invita a comporre: con quel 3x “vero” e il crop che regge, cambi abitudini; smetti di avvicinarti a tutto e inizi a costruire le foto a distanza, isolando storie. Sul video, 4K/60 su tutte le lenti, 4K/120 quando vuoi uno slowmotion di qualità, profili avanzati (LOG/Dolby Vision) per chi fa color serio. Non è “cinema tascabile” — restiamo onesti — ma è proprio il tipo di qualità che ti fa lasciare la camera in borsa più spesso. E quando il sole cala, tra stabilizzazione e gestione delle luci, porti a casa materiale coerente senza lottare.

Teleconverter Pro (lente supplementare) — come si monta, quando usarla, fin dove spingersi

Montaggio in 30 secondi. Metti la cover dedicata, fai scorrere l’adattatore a baionetta, blocchi con la mollettina e poi agganci la lente: quel “click” ti dice che sei pronto. La lente lavora solo con la fotocamera tele: le altre due vengono fisicamente coperte, quindi la modalità è “un’ottica, un compito”. Quando la monti, nell’app fotocamera compare il menù “Convertitore”: trovi 10x / 20x / 40x e step intermedi (fino a ingrandimenti estremi).
Cosa cambia davvero. Entra in gioco la compressione: ritratti “puliti” a medio tele, dettagli architettonici che di solito perdi, micro-scenografie lontane che in street diventano storie vere. La qualità della lente è alta e, con buona luce, i file hanno spessore. Fino a circa 13,5x lavori in modo “lossless”; oltre entri in area ibrida: perfetta per social e story, meno per stampa grande. L’AI, dopo lo scatto, ripulisce i bordi (soggetti, lettering, insegne) e spesso ti salva il fotogramma che altrimenti butteresti.
Stabilità e limiti. La lente non ha stabilizzazione propria: si appoggia all’OIS interno e a un toggle software che aiuta a mano ferma, soprattutto a 20x–40x. Consigli pratici: gomiti stretti, raffica breve, tocco morbido sul Quick Button, respira e scatta nel “mezzo respiro”.
Quando usarla. Concerti e palchi, dettagli di facciate lontane, wildlife urbana (uccelli, statue, insegne, gente ai balconi), ritratti rubati con contesto compresso. Quando vuoi raccontare da lontano senza disturbare.

 

Esperienza d’uso

OPPO Find X9 Pro è sempre pronto. Sblocchi con l’impronta e sei dentro; tocchi il Quick Button e stai già inquadrando; giri tra app e ColorOS 16 rimane lineare, fluido, personalizzabile senza perdersi in effetti speciali. Le cornici sottili valorizzano il display, l’audio stereo è credibile per edit veloci e preview di reel; Wi-Fi 7, Bluetooth 6.0, USB-C 3.2 e eSIM lo rendono trasversale a setup diversi (casa, studio, viaggio). In una giornata tipo — scatti, note vocali, mappe, upload, un po’ di musica in metro — non l’ho mai visto “stancarsi”. E quando piove, tra IP68/IP69 e grip del vetro opaco, non stai lì a proteggerlo come un cristallo di Boemia: lavora con te, punto.

 

A chi è davvero destinato

  • A viaggiatori e content creator che vogliono autonomia vera + tele credibile per raccontare distanza e compressione.

  • A street photographer che amano il medio-tele e cercano gesti rapidi (pulsante di scatto fisico) senza entrare ogni volta nell’app.

  • A chi vuole un Android “pro” ma non vuole perdersi in settaggi: qui prendi e usi.

  • Se arrivi da un modello 2023/24 e ti serve una spinta su batteria + fotocamera, questo è uno dei pochi upgrade che senti davvero, non solo leggi.

 

Prezzo e dove conviene comprarlo

OPPO FIND X9 PRO

Listino €1.299 in Italia. Su Amazon si trovano spesso promo e bundle: se ti interessa portarlo a casa risparmiando, ti conviene controllare le offerte del momento. Io sotto i €1.200 lo considero un best buy per chi vive di foto/video e mobilità.

 

FAQ Domande frequesti su Oppo Find X9 Pro

Si scalda quando registro a lungo?
In 4K/60 continuo tiene bene, grazie a una dissipazione con camera di vapore generosa; si sente tiepido ma non diventa mai “fastidioso” in mano. In esterna sotto sole pieno, come tutti, può proteggersi con limiti temporanei, ma non perdi riprese importanti.

Lo zoom è solo marketing?
Fino a 6x i file restano tranquillamente usabili per social e stampe piccole; oltre dipende dalla luce e da quanto sei preciso nello scatto. Il punto non è l’infinito digitale, ma quanto bene regge il crop del 200MP: ed è qui che X9 Pro fa la differenza.

Quanto dura la batteria di OPPO Find X9 Pro?
Con uso misto arrivi anche a quasi due giorni. Se fai molte clip in 4K, foto in RAW e navigazione GPS, chiudi sempre la giornata con margine; in giornate leggere superi i due giorni. La wireless a 50W è comodissima a fine giornata: 15-20 minuti e riparti.

È resistente alla pioggia forte?
Sì: la tripla certificazione IP66/IP68/IP69 lo rende più “tranquillo” in contesti difficili rispetto ai classici IP68. Non dico di lavarlo con l’idropulitrice, ma non ho più paura degli acquazzoni.

Ha senso passare da Find X8 Pro?
Se ti servono più autonomia, tele unico da 200MP più flessibile e display più luminoso, sì: è un upgrade che senti. Se scatti poco col tele e arrivi a sera senza problemi, puoi valutare di aspettare: l’X8 Pro è ancora solidissimo.

 

Conclusione

OPPO Find X9 Pro è uno strumento “senza scuse”: batteria che ti leva il pensiero, tele che cambia i tuoi scatti, scorciatoie fisiche che accorciano i tempi. Se il tuo obiettivo è produrre più storie con meno attrito — vlog, reel, reportage urbano — qui trovi un alleato vero. Non è l’ennesimo flagship “perfetto sulla carta”: è uno smartphone che ti fa venire voglia di uscire a fotografare.

 

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